26 – La cornacchia e la mantide religiosa

Nel prato davanti casa di Luigi appena falciato uno stormo di cornacchie si sono posate in cerca di grilli, cavallette, bruchi e lombrichi. Siamo nel mese di aprile ed è una bella giornata di sole. L’erba è stesa e gli insetti dal fresco del prato in fiore si sono trovati allo scoperto, privi della difesa offerta dal folto dei fili teneri che lo costituivano. Le cornacchie corrono di qua, saltano di là dietro quegli animaletti che si muovono in cerca di un nuovo nascondiglio sicuro: è tutto un saltellare e tutto un beccare. È una festa (per le cornacchie!). Tanta abbondanza di cibo tutto insieme e fresco, anzi vivo, capita di rado.

Si trovano ugualmente privi di nascondiglio anche qualche lucertola, qualche serpentello e… una mantide religiosa.

Una cornacchia nel corso del suo pranzo all’improvviso arriva a tu per tu con la mantide. Questa ha seguito il movimento delle cornacchie, ha visto tutto quello che è accaduto e sta accadendo intorno a lei, ai suoi compagni insetti vicini e parenti. Su un fusto di pastinaca in posa attende di essere attaccata o di attaccare, all’occorrenza. È consapevole che il suo manto verde come il prato non la mimetizza più. Sta lì ritta a mani giunte – pare, ma in verità quelle mani sono dei fortissimi ganci di offesa e difesa – in attesa dell’attacco della cornacchia che le sta di fronte.

– Beh, che vuoi? –, fa la mantide stropicciando le mani con segnali sconnessi scritti per aria.

– Nulla, nulla. Ora tocca a te. Ho fame. Non ti tratterò molto male. Giusto come ho fatto con i tuoi amici vicini. Un colpo e via -. Così la cornacchia accetta il contraddittorio.

– Se non mi conosci, ci puoi provare, però li vedi questi due ganci, sono le mie mani, ma munite di uncini, che ti possono strappare un occhio o tutti e due insieme; il loro scatto sono due pugni in faccia -, minaccia la mantide.

– Guarda che non saresti il primo boccone che non va giù liscio. Ogni insetto ha la sua difesa ed io sono preparata a qualche graffio -.

– No, allora non hai capito. Guarda che io faccio l’amore con il mio marito una volta sola, perché dopo me lo mangio. Sono cattiva, o meglio, sono feroce anche con gli amici -.

– Che, vuoi mangiare anche me? –

– No, sono cattiva… di brutto! –

– Ho capito. Allora facciamola finita… -, e la cornacchia indirizza un deciso colpo di becco verso la mantide. Nemmeno un attimo e…

– Craaa, craaaa! – stride forte la cornacchia, mentre con lunghi svolazzoni salta da qua e là per il prato senza dare un senso ai suoi movimenti. Svolazza, si rotola e gracchia… Smuove tutto il fieno intorno a sé; gli insetti d’intorno saltano e volano lontani, le altre cornacchie corrono a sincerarsi su cosa sia accaduto all’amica.

Cos’era successo? La mantide, visto partire il colpo, con una mossa ancor più rapida si era attaccata sopra il becco della cornacchia e le aveva piantato tutti i piccoli uncini delle sue mani e delle sue zampe negli occhi e nella testa come in un abbraccio mortale.

– Lasciami, non ci vedo più. Mi fai impazzire dal dolore. Lascia!…-, si lagna la cornacchia.

– Signora cornacchia, che ti avevo detto? È vero, io faccio male, ma tu dici di aver fame ed io devo salvare la pelle. Ci dobbiamo mettere d’accordo per vivere in pace tutte e due in questo prato, altrimenti tu perdi qualcosa -.

– Hai ragione. Perdonami. Se mi accechi, muoio di fame lo stesso. Ti propongo un patto: io ti lascerò tranquilla per sempre, poi dirò del patto anche a tutte le mie amiche e le porterò lontano da questo luogo per lasciarti in pace -.

– Spero che la lezione ti basti. Per questa volta ti credo, ma spiega alle tue parenti cornacchie di stare alla larga dalle mantidi. Siamo brutte e cattive!… -, conclude la mantide e lascia la presa.

La cornacchia si ferma un attimo, riprende fiato, si accomoda le piume sulla testa, poi emette un segnale di pericolo e prende il volo. Tutte le altre al richiamo spiccano il volo e la seguono, lasciando il prato.

È molto tempo che nel prato di Luigi non si vedono più cornacchie. Si sentono gracidare in lontananza. Sarà possibile che un insetto così piccolo abbia messo loro addosso tanta paura?

26 – La cornacchia e la mantide religiosa