33 – DRIMMER, IL SOGNATORE

(ndr. Amici lettori, dopo due mesi – ne sono successe tante anche a me… – ho constatato qui che in molti mi hanno pensato. Poco, se riferito all’estate, perché in pochi hanno preso a cuore il mio invito alla lettura. Soprattutto di “Voli di una farfalla” romanzo pubblicato su Amazon.it. Suvvia è carino, poi non costa molto. pubblicizzatelo agli amici, se no gli amici che ci stanno a fare. Ora Drimmer è l’ultima mia invenzione per poterlo dedicare alle mie amiche “gattare”, dopo riprenderemo il percorso… Ciao. Lidiano)

C’era una volta un… gatto.
C’era a volte la Luna piena, bella, limpida che appariva in cielo anche prima dell’imbrunire, immobile, che pareva inutile, che non faceva né luce, né movimenti visibili, salvo illuminarsi man mano che la notte avanzava, salvo salire verso il centro del cielo man mano che si accendeva.
Il nostro gatto era un bel gatto, grigio-topo – giusto per rimanere nel campo -, paffutello, pelo liscio, ben rasato e morbido, svogliato come tutti i gatti, se non fosse stato per quella necessità di stiracchiarsi una volta ogni tanto con due salti, con una corsa, con una cacciata dietro improbabili prede.
I padroni gli lasciavano i pasti pronti, di certo per aiutare la sua vita vagabonda: in un angolo del giardino accessibile a pochi c’erano le sue crocchette, abbondanti; c’era la ciotola dell’acqua.
I padroni gli volevano un gran bene, ma per tutta la giornata erano assenti da casa e dal giardino. A volte per il loro impegni anche di sera erano lontani da casa. Di questo il nostro gatto non era contento. Nei momenti di solitudine non sapeva con chi scambiare due chiacchiere. Soltanto quando rientravano i padroni, egli si allertava e correva a prendersi due carezze, che poi erano vizi a buon mercato, giusto per sdebitarsi un po’, da una parte e dall’altra.
Questo in generale, con delle leggere varianti. La bestiola portava qualche diversivo alla sua giornata pigra grattandosi le unghie al palo che tendeva il filo dei panni, o andando in cerca di prede. Drimmer cacciava ed uccideva le prede nei pressi della porta di casa, giusto per dimostrare che lui sfaccendato non ci stava e che anzi era proprio utile per l’economia della famiglia. Uccelletti, topi, libellule, lucertole e gechi tutto faceva brodo al suo scopo.
La cosa, in verità, non era ben accetta ai famigliari, ma sopportata. A volte appena redarguita con un “Drimmer, che schifo!”
Tutto lì. Senonché il nostro gatto uguale a tanti covava un animo ben più sensibile, potenzialità intellettive più profonde, doti di natura che nessuno conosceva, nemmeno gli altri felini: miagolava alla Luna.
Nelle serate di luna piena, Drimmer era solito salire nel punto più alto del giardino, anche della casa, da dove era possibile spaziare lo sguardo all’orizzonte, all’infinito. Ecco, qui egli s’incontrava con quel soprammobile strano appiccato lì in cielo in modo superfluo ed inspiegabile.

Una sera più noiosa del solito, con un cielo più limpido del solito Drimmer fu tentato dalle sue facoltà speculative, dalle sue manie di sapere. Anzi proprio quando la Luna era limpida e piena successe il suo mutamento interiore: nacque in lui la spinta a sognare.
Fissò lo sguardo al cielo. Rimuginò sulla sua esperienza, sulle sue conoscenze. E si interrogò: – Che ci sta a fare quella Luna lì? Come ci sta appiccata in cielo? Peccato che non si veda dietro, chissà quale gancio la tiene su o quale trucco? –
Il felino infatti aveva visto la padrona che, se voleva sospendere in aria un oggetto, lo muniva di un gancio.
– Miaooo. Miaooo, miaooooo. Luna, tutte le sere mi aspetti. Mi vuoi bene? Raccontami di te… miaooo. Miaooo -.
I miagoloni languidi, più o meno intonati, più o meno gradevoli rivolti alla Luna non ebbero risposta immediata. Ma, dopo qualche vuoto di silenzio, il felino e quelli sulla terra vicini a lui ebbero la sensazione che la Luna rispondesse.
– O mio Sognatore, sei tu che mi invochiiii, sei tu che mi vezzeggi con parole e dolci armonieeeeee? –
– Miaooo, Luna mia, io non sono Sognatore, sono Drimmerrrr, che ti canto per devozione, per l’incantevole lucente tua rotondità, per le mie evasioni… –
– Guarda che non t’ho dato un’offesa, è soltanto il tuo nome da… italiano. Sognatore, cosa immagini per me nel tuo sogno? –
– Miaooooo, ti vedo così bella. Quando arrivi, è sempre la stessa ora di una giornata limpida e solare, porti bene. Miaooo, sembri a portata della mia zampa. Sei bella, però inutile. Mi appari come un soprammobile curioso. Mi spii e poi ti sposti lentamente nel cielo, sali senza far vedere come fai e come stai su… Miaooooo –
– Sognatore mio, non so se devo sentirmi offesa o adulata. Poi vuoi sapere troppo. Prova a sognare ancora… -.
Dunque arrovellava il cervello di Drimmer la curiosità: quale gancio fisso dietro la schiena della luna la tenesse in cielo; insomma come stesse lì, che facesse…
Non era facile intendersi.
– Miaooooooo! – mutò intonazione il Sognatore.
La Luna, come in un lampo di generosità iniziò a cantare una melodiosa serenata per rispondere ai desideri del languido felino.
– Sognatore mio, dolce ed ingenuo, ti toglierò ogni pena dalla mente. Tutta d’un fiato ti parlerò di me, risponderò a quello che vuoi sapere. Io sono un astro del cielo che gioco a nascondino con i grandi ed i piccini, con gli animali e con la natura terrena. Quando manco da questa faccia del mondo, quando non mi vedi è perché sto a consolare i Sognatori dell’altra parte, quella che tu non conosci e non vedi. Mi sorregge in aria l’alito del sole, l’altro astro luminoso che s’è appena coperto dietro l’orizzonte alle tue spalle. Non vi sono bretelle o ganci dietro la mia schiena, ma soltanto fluidi, soltanto luce e il calore dell’universo. Se vuoi continuare il sogno, allunga una zampa e salimi in braccio. Ti mostrerò tutto il mio corpo, oltre al mio volto pallido. Allargherai l’orizzonte… Dammi la zampa, Sognatore. Vieni -.
– Miaooo. Sei la culla, sei il lettuccio di casa, Luna dei miei sogni, Luna delle mie notti. Quante cose mi mancavano dalla mente e dal cuore. Vengo con te… –
Drimmer ad occhi chiusi allungò la zampa verso l’alto e… rotolò di sotto: – Miaooo, miaoooooo. Fruuu, fruuu… -.
Due uccelletti insonnoliti dentro il cespuglio poco distante frullarono via. Drimmer aveva disturbato il loro tiepido appisolarsi.

 

33 – DRIMMER, IL SOGNATORE