32 – Il falco e la chioccia

foto copertina voli.jpg

PS.: Cari amici lettori, questa estate leggete pure “voli di una farfalla” ordinando da amazon.it. E’ romanzo adatto da leggere all’ombra di qualcosa… buone vacanze. Lidiano

 

Vedi il falco? Guarda lassù, – disse la mamma al bambino, indicandogli il cielo -. Il falco fa la “rota”. Mi sa che ha preso di mira la chioccia e i pulcini nell’aia. Vai là e stai vicino ai pulcini, perché non si butti giù a prenderli. Stai attento. Fatti vedere. Mi raccomando”.

Il bambino obbedì. Trovò la chioccia con la sua nidiata, lei avanti ed i piccoli dietro. Era una grossa gallina che camminava lenta in mezzo alla paglia marcia ed agli sterpi. Ogni tanto alzava la testa, dava uno sguardo intorno e raspava due, tre volte quei detriti, poi chiamava i piccoli a beccare:

Vedete, figlioli miei, questi che si muovono sono vermi e lombrichi per voi. Beccate. Io li scopro dalla terra per voi. Fate così anche voi. Imparate. Mangiate: coò-co-co-cò”, raccomandava loro la madre con la caratteristica voce chioccia.

Pipipì… sì, sì, sì…”, le pigolavano dietro i pulcini festosi e petulanti.

Vedete, piccoli miei, state attenti. Guardate su verso il cielo. Quello che gira lassù è il falco. Coò-co-cò. È pericolosissimo per noi, perché anche lui sta cercando di mangiare, ma per pasto vuole qualcuno di noi… Attenti e veloci. Se si getterà su di noi, io farò un grido e vi dirò di correre al riparo. Voi correte dietro il pagliaio ed io rimarrò a lottare con lui per cacciarlo indietro. Avete capito? Voi correte senza voltarvi indietro; non vi fate prendere. Coò-co-co-cò”.

Dieci batuffoli di pelo giallo s’erano fermati ad ascoltare con attenzione. Fecero silenzio e guardarono in alto, come per rassicurarsi. Poi ripresero il pigolio solito. Il bambino assisteva da lontano: con la fionda tirava sassi a tutto ciò che si muoveva, prendeva di mira bersagli d’ogni tipo come foglie, piante, muri…, finché rimase distratto per un po’ dietro ai suoi giochi.

Passò del tempo, il sole s’era alzato più alto nel cielo, il falco continuava i suoi volteggi quasi perfetti, ogni tanto spariva alla vista coperto dalla luce diretta del disco solare.

D’improvviso un gran trambusto riportò tutti all’attenzione necessaria. Il falco, silenzioso come una piuma, si fiondò sul gruppo, sicché mamma chioccia s’accorse all’ultimo momento della disgrazia che stava per colpire la sua famiglia. Gridò, starnazzò, spaventò i suoi piccoli che alla rinfusa si precipitarono sotto il pagliaio. Ci vollero degli istanti prima di rendersi conto che era andata bene. I gridi e lo spostamento d’aria delle ali del rapace avevano aiutato allo scopo: mettere in salvo le piume. La chioccia, rimasta sola sul campo, gonfiò le piume e le penne, allargò le ali ed affrontò il nemico. Volarono ciuffi di penne, volarono beccate ed artigliate. Il falco lottava in silenzio, come suo costume, ma la gallina, che stava vendendo cara la pelle, attaccava l’intruso con ogni mezzo, compreso un superbo gracidare, che le dava forza e la faceva apparire un leone. Lo starnazzare, i richiami scomposti si sentivano ovunque lì intorno ed anche da lontano. Si sfiorò la tragedia, ma l’amore e la grinta l’ebbero vinta.

Nel frattempo la padrona della chioccia aveva sentito quelle concitate richieste d’aiuto e si precipitò per le scale per vedere l’accaduto.

Troppi testimoni tutti insieme… Il falco riprese la via del cielo non senza aver minacciato un prossimo ritorno. Anche il bambino, che aveva avuto sentore di qualcosa d’insolito a pochi passi da lui, lasciò su due piedi il suo divago. “Cos’è successo, Luigino?”, domandò la madre.

Nulla, mamma. Nulla!… Forse il falco… Tutto a posto. Lo stavo per ammazzare.”

Sei sicuro? Conta i pulcini. Devono essere dieci. Vedi se qualcuno è sparito con lui…”

Il bimbo contò: “Sono dieci…”.

E’ andata bene. Stai attento. Quella chioccia è un diavolo. Fa paura anche al falco!”

Tutti ripresero la loro vita: la chioccia con i pulcini dietro, il bambino a giocare, il falco a roteare. La madre con le faccende di casa. Ma soprattutto il bimbo con la fionda ed i suoi bersagli mobili… Luigino era bravo con la fionda: ogni colpo uno schiocco nei muri, nelle recinzioni, nelle piante.

D’improvviso, silenzioso come una biscia il falco con le sue ali raccolte piombò di nuovo sulla chiocciata. A due metri da terra iniziò a frenare la sua corsa. Le sue ali frusciarono quasi un sibilo. Il bambino le vide spaventosamente grandi che coprivano tutte le possibili vittime; si ricordò le raccomandazioni della madre e gli starnazzi della chioccia. Tese la fionda, mutò bersaglio e scoccò il sasso che aveva in carico verso l’uccellaccio. Non sbagliò, ma colpì l’unica cosa nuda del rapace: il piede proteso sulla vittima presa di mira e gli fece molto male.

Quel piede non artigliò nessuno, il falco gracidò con forza ed invece di riprendere il volo, prese a saltellare azzoppato per l’aia. Il bambino fu molto contento del suo colpo felice e del risultato. Il falco dolorante mise su tanto frastuono che mai aveva messo in atto prima di allora, imprecò la malasorte e a svolazzi ed a salti zoppi si stava allontanando, ma non riusciva a riprendere quota.

Coò-co-cò, coò-co-cò. Piì-piì-piì, piì-piì-piì-piì… Prima la chioccia, poi i pulcini si resero conto che l’avevano scampata un’altra volta. “Bravo! – chiocciò forte la gallina -. L’hai preso, speriamo che abbia capito di lasciarci in pace”.

Bravo, bravo, bravissimo…”, pigolarono i pulcini.

Luigino si sentì un eroe, rincuorato e soddisfatto del suo operato. Con un colpo solo aveva salvato la famiglia e l’onore suo. “L’ho preso, l’ho preso, l’ho azzoppato”, gridò rivolto alla madre.

Bravo. In testa te la do la fionda. Te l’ho sempre detto che è pericolosa!…”

Sfottuto e ferito grave, il falco si voltò per vedere che succedeva dietro di lui. “Li mort… tua e li mort… vostri! Uh, che male! Io dovevo mangià, oggi. Voi eravate in tanti. Uno in meno non era niente per voi e io ho lo stomaco vòto…”.

Intanto, faticando a svolazzi era giunto sopra un sasso che sporgeva dalla greppa. Da lì dette un addolorato sguardo verso le sue vittime persecutrici e si buttò giù. Con grande sforzo riuscì a prendere quota per riportarsi nel suo nido alto fra le rocce, dove gli amici lo presero in cura. Perché anche i falchi hanno amici da qualche parte.

32 – Il falco e la chioccia