14 – L’ape e la lucertola

Un giorno, ai primi raggi di sole primaverile una lucertola si stava scaldando sotto il fiore di una margherita. La margherita insieme a tantissime altre aveva composto un prato, anzi un tappeto bianco e giallo che era uno spettacolo a guardarsi. Anche un’ape in cerca di polline e miele per la sua casa vide quel prato e come per incanto fu attratta proprio dalla corolla della margherita sotto cui soleggiava la lucertola. L’ape non si avvide della lucertola, né di pericoli, tanto era presa dal suo impegno. Così, felice di tale abbondanza, iniziò il suo lavoro di raccolta. Passando velocemente da petali a pistilli e tornando indietro, con le sue zampe e le sue mandibole stava pulendo il fiore quando all’improvviso, gnam, si trovò in bocca alla lucertola, senza accorgersi d’alcun che. La lucertola, invece, si era accorta del lavoro paziente e preciso dell’ape ed aveva pensato che sarebbe stato facile colpire senza dare nell’occhio: un boccone così grosso senza troppa fatica non le era mai capitato! Dunque prese la mira e colpì. A tradimento.

L’ape, però, a quella stretta improvvisa reagì immediatamente a modo suo: tirò fuori il pungiglione ed ancora zac, bucò quel che trovò, lingua e mandibola. Un dolore acuto arrivò alla testa della lucertola, sicché altrettanto immediatamente questa riaprì la bocca e lasciò la presa. Per la verità non fu facile. Il pungiglione s’era infilato tutto ed in profondità e non tornava indietro. La lucertola graffiò con i piedi la sua bocca, si rotolò per terra e fece un’infinità di giri veloci, sbatté e sgrullò veloce la testa da un lato all’altro, senza che l’ape ritraesse il pungiglione. La liberazione fu sofferta per tutti e due, ma riuscì: l’ape ritrasse il suo pungiglione, la lucertola ebbe la bocca vuota. Poi, però, la sua lingua e la mandibola cominciarono a gonfiarsi. La lucertola si sentiva un bozzo dentro che a mala pena riusciva a muovere la bocca e, ancor peggio, a parlare.

Brutta bestiaccia, chi sei, che mi hai fatto?! Mi hai avvelenato. Forse mi farai morire. Tu sia maledetta!… – e continuò a rotolarsi su se stessa, a spasimare, a divincolarsi.

Non aver paura, per questa volta non morirai. Soffrirai un po’, ma è il minimo che ti poteva capitare andando in giro a mangiare a tradimento chi lavora per portare a casa il cibo per una famiglia numerosissima, – rispose l’ape.Ma perché, quanti siete? E tutti velenosi così?

  1. Io sono l’ape operaia dell’arnia costruita a due chilometri da qui. Viaggio molto per raccogliere il polline

  2. da cui ricavare il miele, il mangiare per oggi e per l’inverno per noi e la nostra regina.

  3. Non ti conoscevo e quando ti ho visto così rotondetta e cicciottella ho immaginato fossi un ricco boccone, ma non avvelenato. E le tue sorelle sono velenose come te?

  4. Veramente ti poteva capitare di peggio. Infatti, quando una di noi è colpita o presa, per procurare tanto dolore e distrarre il nemico dal fare male ad altre sorelle, gli pianta il pungiglione addosso e glielo lascia dentro il buco insieme a parte del suo intestino; sacrifica se stessa, ma causando un terribile fastidio, salva la famiglia.

  5. Non posso più parlare. Mi sento la bocca chiusa da una palla. Sei sicura che non morirò?

  6. No, per questa volta non morirai tu e nemmeno io. Infatti ho ancora il pungiglione con me. Ora ricomincerò a raccogliere polline come se nulla fosse accaduto, sperando che la puntura valga a tenere lontano te e quelli della tua specie.

  7. Grazie della notizia, amica mia. Ma se non morirò avvelenata, non è che morirò di fame, visto che con questa palla in bocca non potrò mangiare?

  8. No, tu andrai a bere e rinfrescarti vicino ad una sorgente d’acqua. Stasera al tramonto del sole il male sparirà. Credimi.

  9. Grazie ancora; ti giuro che dirò a tutte le lucertole di non toccare te né tutte le api come te a lavoro sui fiori del prato.

Oggi le api viaggiano sicure in cerca di polline, lavorano tranquille nei prati e tornano a casa cariche. Non pungono nessuno, se nessuno si pone davanti a loro come ostacolo. La lucertola, infatti, aveva capito la lezione e riconoscente aveva trasmesso il messaggio a tutti.

14 – L’ape e la lucertola

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